Gestione del personale 3.0
La gestione del personale 3.0 è meno minacciosa di quel che sembra. Il web 3.0 è qualcosa che stiamo già vivendo e che si evolve sempre più in termini di intelligenza artificiale e web semantico. Vediamo come.
È un percorso, quello che stiamo affrontando, che porterà direttamente al web 4.0, la dimensione all’interno della quale cose e persone saranno interconnesse nel processo decisionale. In quest’ottica qualsiasi strategia commerciale terrà sempre più conto dell’importante contributo che la tecnologia può dare nella valutazione e nella gestione del personale 3.0.
Il capitale umano
Nonostante la rilevanza dello sviluppo tecnologico, il capitale umano rappresenta indiscutibilmente la risorsa più importante di un’azienda. Le professionalità e le personalità sono molteplici ed è per questo che il buon leader deve possedere la capacità di motivare, valorizzare e premiare le persone che fanno parte del suo team.
Saper gestire le persone significa saper affidare a ognuno compiti e mansioni in linea con il proprio potenziale. Si tratta di un’operazione dettata da una certa intelligenza emotiva e fondata su valutazioni strategiche riguardanti le competenze effettivamente possedute e quelle necessarie a rivestire un determinato ruolo, in armonia con tutti i partecipanti al progetto.
La teoria di Tuckman
È particolarmente interessante la teoria del sociologo Tuckman, che si riferisce alle 5 fasi di evoluzione delle relazioni nel gruppo.
La prima fase è quella della formazione. Si tratta dello sviluppo tra i membri del senso di appartenenza mediante fiducia, conoscenza e condivisione dei valori e della mission aziendale. Inutile dire che il leader gioca subito un ruolo importante, in particolare nel trasmettere i giusti valori. La seconda è quella dello scambio-contagio. In questa fase si possono creare contrasti e conflitti. Il compito del leader in questo caso è quello di gestire la crisi mettendo in evidenza gli obiettivi comuni da raggiungere.
Successivamente abbiamo la normalizzazione. Se si superano in modo efficace e positivo i conflitti, si crea un senso di unità e i singoli tornano a sentirsi parte di una squadra. È la fase in cui si creano regole e si identificano i ruoli. A questo punto incontriamo una fase pratica di lavoro, quella dell’efficienza.È il momento in cui ci si mette all’opera per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il leader è incentrato sul far lavorare il gruppo autonomamente, sviluppando un alto livello di auto-efficacia. La fase finale è quella dell’aggiornamento, in cui le mansioni ormai portate a termine lasciano spazio allo scioglimento del gruppo.
Gli strumenti
Con questo semplice schema appare evidente come la mappatura delle competenze, integrata alle diverse fasi di relazione dei soggetti, non possa, da sola, aiutare ad indirizzare le performance verso il livello desiderato. Una corretta analisi deve mettere in luce i punti di forza da capitalizzare, del singolo e del gruppo, e le eventuali mancanze. Il tutto non solo per quanto riguarda le competenze trasversali ma anche per quelle necessarie al progetto.
In poche parole, un ottimo team non può eccellere senza gli strumenti più adatti.
Poiché il gruppo di lavoro può determinare il successo o il fallimento di un progetto, il leader deve selezionare, con coraggio, i collaboratori, attraverso criteri tecnici, funzionali e relazionali. Inoltre, deve saper gestire anche ogni inevitabile conflitto e trasformarlo in occasione di apprendimento e di rafforzamento dei rapporti. Non solo: il leader deve riconoscere quali sono gli strumenti più opportuni e necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Per ogni singola risorsa, infatti, il piacere di lavorare in un ambiente organizzato, stimolante e dotato di una strumentazione idonea può costituire un fortissimo incentivo orientato al miglioramento, che va al di là del denaro e di benefits.
L’incentivo quale stimolo che incide sul processo motivazionale dell’individuo può soddisfare un suo bisogno e, quindi, spingerlo al comportamento desiderato. Per un’azienda, possedere mezzi più efficienti e innovativi facilita il lavoro ma non è tutto. Il fatto che ogni singolo possa esprimere le proprie potenzialità grazie a una migliore organizzazione è una fortissima leva per aumentare la propria autostima e la propria fiducia, invogliandolo a partecipare al progetto con entusiasmo.
La strategia
Integrare, quindi, gli strumenti di business intelligence all’interno di una strategia commerciale consente di preparare dati più specifici per l’analisi, creare report e dashboard di visualizzazione intuitivi e immediati. Inoltre contribuisce ad aumentare il senso di appartenenza del singolo alla stessa azienda, migliorandone le performance individuali e complessive. In altre parole tali strumenti garantiscono un’efficace gestione del personale 3.0.
I risultati offrono a dipendenti e manager la possibilità di accelerare e migliorare i processi decisionali, aumentare l’efficienza operativa, individuare nuove opportunità di ricavi, identificare le tendenze del mercato, creare report basati su indicatori KPI autentici e identificare nuove opportunità di business.