Pandemia da Cononavirus e consumi: riflessioni

Dal negozietto di quartiere al supermercato: com’è cambiato il mondo della vendita al dettaglio negli ultimi anni, fino ad arrivare a oggi. Scopriamo insieme come mettere in relazione pandemia da Cononavirus e consumi.

C’era una volta la bottega di paese, con tutti i beni di necessità, il banco dei salumi e dei formaggi e la gastronomia. Il titolare aveva un rapporto diretto con la clientela e conquistava la sua fiducia giorno per giorno, con disponibilità, professionalità e simpatia.

Il nuovo mondo del retail

Poi sono arrivati i supermercati e i grandi magazzini ed è cambiato tutto. O forse no. Per stravolgere le nostre abitudini ci vuole un evento senza precedenti, che ci catapulti in un mondo completamente nuovo in pochissimo tempo. Come un’epidemia mondiale. Facciamo qualche riflessione sulla pandemia da Coronavirus e su cosa significhi cambiare, per il mondo del retail.

I supermercati e i grandi magazzini hanno amplificato gli spazi delle relazioni che una volta occupavano le piastrelle di un piccolo negozietto. Hanno anche riequilibrato su scala più ampia i concetti di fiducia, consulenza e assistenza negli acquisti. Ovviamente molto è cambiato, in questi ultimi 50 anni, nel modo di vivere gli acquisti, anche solo per il fatto che oggi si hanno molte possibilità di scelta. Basti pensare alle opportunità portate dallo sviluppo tecnologico e dal mercato digitale in continua espansione. Tuttavia nessuna trasformazione ha mai avuto l’impatto suscitato dalla pandemia, la quale sta rivoluzionando il modo di pensare e vivere il commercio.

Coronavirus e consumi

Veniamo al presente e mettiamo a confronto i dati della pandemia da Cononavirus e quelli relativi ai consumi. La sensazione più diffusa dopo il lockdown di marzo 2020 è stata quella di vivere in una bolla. Gli italiani si sono ritirati nelle comfort zone delimitate dalle mura protette delle proprie case. Chi ha potuto, ha occupato le proprie giornate con smart working e ha riscoperto la voglia di cucinare e dedicarsi a giardinaggio e bricolage. È quello che emerge dal “Rapporto Coop 2020 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” presentato lo scorso 10 settembre, che evidenzia come il Covid-19 rappresenti una sorta di macchina del tempo per gli italiani.

Se da un lato la pandemia ha fatto fare un balzo indietro di decenni sui consumi, per altri versi c’è stato un grande slancio in avanti. Un grande passo nella direzione dell’egrocery e della qualità delle materie prime, diventata quasi irrinunciabile. Solo il 18%, infatti, dice di voler acquistare prodotti più economici a discapito della qualità. Si è anche accorciata la filiera del cibo e per un italiano su 2 l’italianità dei prodotti e la loro provenienza dal proprio territorio acquistano ancora più importanza di quanto ne avessero in periodo pre Covid-19. Inoltre aumenta l’attenzione nei confronti dei prodotti sostenibili/ecofriendly, acquistati dal 27% in più delle persone.

Sono dati, questi, che si sommano ad altri parametri utili a concludere che anche il mondo del retail è soggetto a una continua trasformazione e che è necessario leggere e interpretare i dati per migliorare e potenziare il proprio business.