Centri commerciali: storie vere di un mondo vero

Minnesota, ottobre 1956. L’architetto Victor David Gruen disegna un complesso di varie attività commerciali racchiuse in un solo edificio dotato di parcheggi, aria condizionata e riscaldamento: inizia così la storia del shopping mall, con un progetto che consacra Gruen come uno degli architetti più influenti del XX secolo.

Da questo momento in poi, centri commerciali come quello progettato dall’architetto austriaco sorgono in tutto il mondo e si trasformano in veri e propri centri di aggregazione. Ottengono un tale successo da diventano addirittura oggetto di interesse scientifico.

Il “non luogo” di Marc Augé

È il caso delle ricerche di Marc Augé, antropologo, etnologo, scrittore e filosofo francese che introduce la parola “non luogo” proprio per definire spazi come quelli dei centri commerciali. Si tratta di strutture finalizzate alla circolazione delle persone, aree in cui gli individui si incrociano senza entrare in relazione gli uni con gli altri. Zone di passaggio praticamente, come le autostrade, gli aeroporti e i mezzi di trasporto.

Con gli anni, tuttavia, i centri commerciali assumono un’identità propria, differente da quella storico-relazionale delle piazze con le quali Augé li comparava. Divengono anche loro luoghi significativi per il brulicare di storie di vita che ospitano.

“Scenes from a Mall” con Woody Allen

Nel 1991, in “Scenes from a Mall”, Woody Allen racconta uno spaccato di relazione di coppia, in un film ambientato quasi interamente all’interno di un centro commerciale. I protagonisti ripercorrono varie fasi del loro rapporto spostandosi in diverse aree dell’edificio, lasciandosi trasportare dai diversi stati d’animo. Entrano nei negozi per acquisti programmati o impulsivi. Cambiano idea sul da farsi quando litigano e fanno pace davanti a un drink. Oppure scelgono di rilassarsi in una sala cinematografica, anche questo è possibile senza uscire dall’edificio. Questo film di quasi 30 anni fa ci ricorda che se è vero che i centri commerciali hanno natura differente rispetto ai luoghi antropologici, è vero anche che racchiudono storie. E sono le stesse storie che vengono raccontate da sempre nelle piazze dei mercati e nelle vie del centro.

Risiede qui l’anima più profonda che ha dato origine alla storia del shopping mall. Le realtà che si intersecano all’interno di quegli spazi, mettono in relazione generazioni diverse, famiglie, coppie e gruppi di amici. Sono tutte persone che abitano un luogo che somiglia sempre più a un vero e proprio quartiere al coperto. Un quartiere in cui trovare tutto ciò di cui si ha bisogno e in cui muoversi liberamente. In altre parole, un luogo in cui poter assecondare le proprie esigenze dettate da necessità, stimoli, colori, suoni e sensazioni.